Difendiamo la Mediazione

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06 Novembre 2012

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Il comunicato stampa del 24.10.2012 evidenzia che la Corte Costituzionale “ha dichiarato la illegittimità costituzionale, per eccesso di delega legislativa, del d.lgs. 4 marzo 2010, n.28 nella parte in cui ha previsto il carattere obbligatorio del

Il comunicato stampa del 24.10.2012 evidenzia che la Corte Costituzionale “ha dichiarato la illegittimità costituzionale, per eccesso di delega legislativa, del d.lgs. 4 marzo 2010, n.28 nella parte in cui ha previsto il carattere obbligatorio della mediazione”. La Corte Costituzionale, pertanto, ha concentrato l’attenzione esclusivamente sull’eccesso di delega ex articolo 77. La “ratio” della riforma della mediazione civile si fonda su buone ragioni giuridiche e sociali; occorre farle emergere per il bene del Paese Italia. Con un disposto normativo che sani la carenza di delega del d.lgs. 28/2010 e rafforzi l’istituto della mediazione secondo i parametri europei della competenza e professionalità dei mediatori, necessariamente con il ruolo da protagonista della classe forense che, con la sua esperienza e competenza potrà essere la “guida illuminata” in tale percorso. Ad oggi, il Registro presso il Ministero della Giustizia conta 948 Organismi di Mediazione che raccolgono nei loro Elenchi circa 90.000 mediatori accreditati. Tali Organismi vantano quali fondatori tanti esponenti delle professioni italiane e, tra questi, avvocati, commercialisti e notai. Una grande “collettività” professionale che, secondo i dettami della normativa vigente, oltre alla formazione propria del relativo Ordine Professionale, ha acquisito l’accreditamento con un percorso formativo di 50 ore ed è obbligata all’aggiornamento obbligatorio di almeno 18 ore biennali con il contestuale esercizio di almeno 20 tirocini (sul campo, al fianco di altri mediatori) sempre nel biennio. Un credo li unisce : essere profesisonisti del cambiamento. Per una giustizia migliore, per una società che sappia risolvere in modo pacifico le controversie, per il bene dei cittadini, delle imprese, della pubblica amministrazione. Al Parlamento, al Governo, al Ministro della Giustizia va l’appello per riportare sulla “virtuosa” strada appena avviata la riforma della mediazione civile che ha visto l’Italia quale esempio di “best practice” in Europa.Ciò in virtù della forte spinta impressa dal legislatore in relazione sia all’ambito di applicazione, sia alle modalità procedurali e ,tra queste, la “condizione di procedibilità” che, ben lungi dall’ostacolare il diritto alla difesa, facilita le cosiddette “anfibologie costituzionali” consentendo l’accesso alla Giustizia ed ai sistemi alternativi secondo il principio del “multidoor court house” lanciato dal Prof. Frank Sander di Harvard Law School e diffuso in tutto il mondo. L’eccezione di incostituzionalità per eccesso di delega solo una “battuta d’arresto” oggettivamente dovuta ad un “vizio di forma”. Gli Organismi di Mediazione e le migliaia di professionisti che li costituiscono non possono e non devono venir meno ad una missione che va ben oltre il mero interesse diretto : sviluppare la cultura della conciliazione in Italia. Ecco perché Adr Network propone ai colleghi e amici di tutti gli Organismi iscritti al Registro presso il Ministero della Giustizia la collaborazione fattiva per raggiungere tale ambiziosa méta. A tal fine, quale prima esemplificazione, si indicano alcune ipotesi di lavoro (da migliorare e arricchire con le altre iniziative già attivate e con il contributo di tutti) che potrebbero rappresentare la partenza per la “rivoluzione pacifica” di cui tutta la società italiana potrà beneficiare. Adr Network è fin d’ora a completa disposizione per collaborare per tale giusta causa. Attendiamo riscontri da parte degli altri Organismi. Difendiamo la mediazione: con la forza di 948 organismi e 90.000 mediatori. 1) Collaborazione e coordinamento fattivo di tutti gli Organismi nell’ambito della più estesa e completa unità organizzativa che, “ope legis” e “de facto”, li rappresenta: il Registro degli Organismi di Mediazione presso il Ministero della Giustizia. 2) Coinvolgimento diretto di tutti i mediatori iscritti negli Elenchi degli Organismi nelle azioni di collaborazione e coordinamento fattivo degli Organismi. 3) Elaborazione e pubblicazione sui maggiori quotidiani nazionali (Corriere della Sera, La Repubblica, Il Sole 24 Ore) di un comunicato congiunto degli Organismi di Mediazione iscritti al Registro presso il Ministero della Giustizia. 4) Appello e richiesta di udienza da parte degli Organismi di Mediazione al Presidente della Repubblica, a Presidente del Senato, al Presidente della Camera, al Presidente del Consiglio. 5) Elaborazione e presentazione di un disegno di legge di petizione popolare, con relativa raccolte di firme, che prevede la condizione di procedibilità quale strumento indispensabile per lo sviluppo della mediazione in Italia. 6) Sottoposizione a tutti i Parlamentari italiani, con richiesta espressa della loro pubblica posizione in merito, del disegno di legge che prevede la condizione di procedibilità quale strumento indispensabile per lo sviluppo della mediazione in Italia. 7) Sottoposizione a tutti i Partiti Italiani, con richiesta espressa della loro pubblica posizione in merito, del disegno di legge che prevede la condizione di procedibilità quale strumento indispensabile per lo sviluppo della mediazione in Italia. 8) Elaborazione e presentazione al Governo ed al Ministro di un decreto legge che prevede la condizione di procedibilità quale strumento indispensabile per lo sviluppo della mediazione in Italia. 9) Coinvolgimento in tali iniziative di sensibilizzazione del Parlamento, del Governo, del Ministro di tutte i soggetti pubblici e privati che vogliono partecipare attivamente a questo percorso di affermazione della cultura della conciliazione in Italia.

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